I Punti verdi qualità tornano al Campidoglio
Ma i debiti di 121 milioni li pagheranno i romani
Toccherà ai romani pagare i 121 milioni di debiti con il Credito Sportivo e la Bcc. Ma almeno, entro il mese di agosto il Comune tornerà in possesso degli 11 punti verdi qualità iscritti nella black-list dei morosi e degli "irregolari", per poi rimettere a bando la gestione delle aree. Dopo quasi 20 anni di caos fra inchieste, arresti, fatture gonfiate, perizie sbagliate e coinvolgimenti più disparati, il Campidoglio mette a segno un primo risultato nel girone infernale dei PvQ, aree di proprietà del Comune concesse negli anni 2000 a privati con l’impegno di attrezzare parchi e giardini grazie a mutui bancari, i cui importi (circa 360 milioni) sono stati garantiti dal Campidoglio attraverso fidejussioni al 95%. Nello sviluppare questa «idea geniale» diventata «fonte di ruberie», come hanno detto ieri mattina il sindaco Ignazio Marino e il suo assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, nel 2012 sono scattate le manette per gli imprenditori e soci Massimo Dolce e Marco Bernardini, i funzionari comunali Stefano Volpe e Anna Maria Parisi e altre 10 persone sono tuttora sotto processo per corruzione. Di PvQ si parla anche nel dossier dei magistrati che indagano su Mafia Capitale, soprattutto per i legami con l’ex capo segreteria di Gianni Alemanno, Antonio Lucarelli, e il faccendiere Gennaro Mokbel.
Ognuna delle 11 strutture revocate ha una storia e una situazione diversa. La prima ad essere stata sfrattata, ieri mattina, è il PvQ Torraccia e a brevissimo toccherà a Parco Feronia e San Basilio-Nomentano, questi ultimi due, «riconducibili alla famiglia Mokbel». In particolare, a Torraccia (di proprietà di alcuni parenti di Lucarelli) fra le varie attività c’era anche l’asilo Bimbilandia, che però diventerà comunale e verrà tenuto aperto nonostante la revoca della concessione ai proprietari. Mai terminati, i punti verdi Spinaceto Sud e Oletta, che ora rischiano di diventare delle cattedrali nel deserto. A Olgiata e Ponte di Nona, invece, si rimprovera, oltre alla morosità, di aver introdotto attività commerciali «non consone», nel primo caso una palestra della nota catena Virgin e nel secondo una sala scommesse e slot machine. «Abbiamo trasmesso gli atti alla Corte dei Conti per i reati amministrativi e alla procura per quelli penali», ha detto Marino. Il prossimo passo, per Sabella, «sarà ridiscutere i contenziosi con le banche, perché anche loro hanno responsabilità di mancata vigilanza».
Fra i centri destinatari dei provvedimenti inviata dal capo dipartimento di Scopo, Giovanni Serra, ci sono anche il Parco della Madonnetta e il Tiburtino Sud. In particolare la Madonnetta fa riferimento all’imprenditore Andrea Ciabocco, il primo a denunciare lo scandalo dei punti verdi qualità, che da anni chiede di ridiscutere il contratto con il Comune. Al Tiburtino, invece, opera la Vigor Perconti, società di calcio giovanile che quest’anno ha vinto il campionato nazionale juniores. Prende le loro difese Ignazio Cozzoli, consigliere capitolino di Forza Italia: «Sindaco e giunta non gettino via il bambino con l’acqua sporca – commenta – Bisogna salvaguardare la continuità di questo patrimonio fatto di ragazzi, lavoratori e famiglie romane».
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