Non solo mare. La task force dei vigili urbani del X gruppo mare sta cominciando, su disposizione del prefetto Domenico Vulpiani controlli e sequestri anche nell’entroterra. Ancora una volta sono le mani della mafia ad aver contaminato il X Municipio. Ieri due importanti sequestri hanno portato alla luce due personaggi legati a Mafia Capitale, si tratta di Fabrizio Testa, in carcere per 416bis e Luigi Proteo, commercialista storico del clan Fasciani.

Nel mirino della task force della polizia municipale diretta dal comandante Antonio Di Maggio ci sono due gigantesche strutture su cui Testa e Proteo, finanziati dal Comune, si sono mossi in barba a permessi e concessioni. Si tratta del Parco della Madonnetta una concessione data all’imprenditore Andrea Ciabocco, che aveva vinto l’appalto per il Punto verde qualità nel 2001 dal Comune. Questo è uno dei più grandi Pvq della città, 11 ettari di estensione. L’imprenditore aveva possibilità di fare strutture all’interno del Parco per lo sport, la ristorazione, parchi giochi per i bimbi.

Ottenne dalle varie banche 11 milioni di euro per fare questo pvq, ma poi non ha più pagato, il Comune è subentrato per pagare le rate dei vari mutui e far accettare alle 25 società su cui si era appoggiato Ciabocco le nuove normative. Il 50% di tutte le società lo aveva appunto  Fabrizio Testa, factotum di Carminati e Gramazio, che non ha depositato contratti e ha fatto nel Parco della Madonetta strutture non in regola. Ieri i vigili hanno messo i sigilli a parte della struttura, chiedendo alla Procura la possibilità di sequestrare tutti gli 11 ettari su cui insistono piscine e palestre, ristoranti e un asilo nido convenzionato col comune senza che avesse i requisiti base per aprire.

Altro sequestro, sempre di ieri, ad Acilia. Stavolta nel mirino c'è Luigi Proteo, commercialista già
 arrestato del clan Fasciani, che a seguito di una concessione data dal comune per fare delle ristrutturazioni a dei casali costruiti dai ravennati quando arrivarono per la bonifica di Ostia, ha fatto ciò che voleva. I casali infatti erano stati dati in concessione o venduti con l’obbligo di ristrutturarli, Proteo invece ha demolito tutto e fatto una costruzione sopra senza le autorizzazioni. Si tratta di 280 metri quadri vicino al greto del Tevere del collettore primario.