lunedì 24 ottobre 2016

Teorema

La matematica è, in senso lato, filosofia, in quanto empirica. I principi della matematica corrispondono ad una messa in pratica di una visione e di un’idea. In fondo i numeri sono una convenzione, esattamente come le espressioni ed il risultato. Gli scienziati che si sono inventati metodi e teorie erano dei visionari, che prima vedevano il risultato e poi lo dimostravano. Un Teorema è composto da ipotesi e tesi! La dimostrazione è solo l’ultima operazione.

I nostri amministratori si accingono a rimettere in sesto le nostre casse depredate e mal amministrate. Dovrebbero tenere a mente questi fondamenti di matematica!  Senza un’analisi ampia e senza una visione chiara, non tornano neanche i conti!

Un imprenditore serio ha prima una visione, poi trova i mezzi per realizzarla. Il Parco della Madonnetta è stato questo: prima una visione e dopo un’operazione di conto! Un’operazione di 11.700.000 (undicimilionisettento) euro di cui –conto veloce!- 6.000.000 (seimilioni) euro messi dal concessionario tra “cip” di entrata, mutuo ed interessi e 450.000 (quattrocentocinquantamila) euro di fondo di garanzia, che dal 2008 il concessionario attende che venga restituito! Grazie al concessionario visionario, alla Comunità il valore dell’operazione è in Beni, quadruplicata. Se si fanno bene i conti infatti, le opere costruite con onestà sono costate poco (sono quelle costate di meno tra i PVQ!), gli alberi e la vegetazione essendo cresciuta è aumentata di valore economico… Per fare bene i conti, dobbiamo inserire altri dati. Il Parco è stato un naturale bacino idrogeologico che ha impedito –per colpa della speculazione a monte- di sversare le acque sui quartieri a valle, ossia un vantaggio economico anche per l’esborso a danni eventualmente provocati dalle inondazioni.  Il Parco è stato un ammortizzatore sociale, che ha supportato e sostituito le Istituzioni, ahimè, carenti. Anche questo è un incremento di valore economico. Il Parco ha spostato in alto la classe sociale che ne fruiva, perché vivere nel bello, crea distinzione ed educa alla bellezza. Il Parco ha ospitato e inventato nuove pratiche sportive, che coinvolgevano anche i disabili… e tutte a livello agonistico. Questo è un dato economico “plus” da aggiungere.

Adesso facciamo i conti per l’amministrazione. Il Comune e gli uffici non hanno passato il concessionario alla seconda convenzione molto più vantaggiosa, alla quale chiedeva da accedere dal 2008: questo è un danno, ossia è un handicap! Il Comune e gli uffici non hanno consentito il Riequilibrio del Piano economico finanziario, a cui aveva diritto anche secondo il TAR Lazio, che il concessionario chiedeva dal 2008: questo è un danno economico! Al concessionario è stato estorta la possibilità di rinegoziare il mutuo, quando l’amministrazione è subentrata di ruolo pagando il mutuo a tassi usurari al 4,25% al Credito sportivo… e questo fatto in nome di una fideiussione farlocca: oltre al danno economico, sarebbe opportuna un’indagine! Da quando il Comune è subentrato in modo arbitrario e violento nelle sorti del Parco, il Centro sportivo e molte altre strutture sono state danneggiate per circa 2.000.000 (duemilioni!): un dato economico negativo! La somma delle incompetenze e dati negativi inflitti dall’amministrazione al concessionario ed al Parco, nel tempo –altro fattore da introdurre- è stato di danno. Sono utili in meno da investire, tanto per fare un esempio!

Il risultato è che il concessionario visionario ha realizzato un Parco, economicamente così virtuoso e sano, che ha resistito agli attacchi disgraziati di un’amministrazione gretta, che non sa far di conto, per dieci anni!!!!!!!!!!!!!! Ossia, l’economia del Parco era così ben strutturata da resistere per dieci anni agli attacchi stupidi di impiegati irresponsabili.

Volete fare di conto? Fatelo bene! Adesso facciamo il risultato:
E’ evidente che l’utopia e la visione hanno creato un Paradiso, che economicamente era sano e a poco prezzo per la Comunità! E’ altrettanto evidente che la miopia e i dispetti da burocrati ottusi, hanno portato economicamente danni enormi alla Comunità!

Non sarebbe il caso di applicare questo parametro che regge universalmente la matematica? Dobbiamo introdurre un TEOREMA, che contiene inoltre la parola “teo” (divino) che è un concetto legato alle idee. Se non ci animiamo di visione, non avremo neanche la soluzione. Se non espletiamo l’ipotesi e la tesi, non avremo neanche una soluzione ai problemi del Parco della Madonnetta e a quelli di tutte le realtà economico-sociali che costellano la nostra realtà urbana. La visione crea economia e benessere, la miopia crea danno e povertà!

Siate eccentrici, cari amministratori, perché dovete spostare il punto di vista. Siate presbiti, perché dovrete guardare lontano. Siate giusti, perché avete la responsabilità del benessere della Comunità.

sabato 15 ottobre 2016

Lettera del Comitato al Pres. Coni Magalò

 Egregio Presidente,
Le scrivo in qualità di Presidente del Comitato Salviamo il Parco della Madonnetta.
Il Comitato è nato 2 anni fa per tutelare un bene pubblico per noi fondamentaleil Parco della Madonnetta di Acilia, uno, se non l’unico, vero Punto Verde Qualità del Comune di Roma. 
A causa dell’inettitudine dei dirigenti comunali il concessionario, e cioè la S.S.D.Ciabocco Andrea s.r.l, è stato revocato nel maggio del 2015 a causa del non pagamento di alcune rate di mutuo necessario alla costruzione dell’intero parco, 21 ettari di benessere con un Centro Sportivo all’avanguardia completamente accessibile ai disabili motori, non riconoscendo, il Comune, l’investimento del concessionario, circa 4.000.000€ in conto capitale e ben 13 anni di virtuosa gestione.
Vengo ora al perché della mia lettera.
Ho letto pochi giorni fa che nella conferenza stampa nella quale si sanciva il definitivo stop al sogno Olimpico Lei ha menzionato Il Parco della Madonnetta come una delle strutture che, se fosse andato avanti l’iter della candidatura, sarebbe stato ristrutturato.
Siamo felici ed orgogliosi dell’interessamento del Coni, ma è mai possibile che questo possa essere accaduto senza minimamente interpellare il concessionario, ancora detentore qualificato del bene, e il Comitato che io rappresento?
A ottobre del 2015 abbiamo presentato all’Amministrazione Comunale una Delibera di Iniziativa Popolare che in pochi giorni ha raggiunto 12.000 firme di sottoscrizione. Nell’ultimo anno siamo stati protagonisti di iniziative che hanno avuto un enorme risalto mediatico (Rai3 Regione, La7, Canale5 e tanta carta stampata) poiché purtroppo siamo stati vittime di un episodio riconducibile a Mafia Capitale.
E’ con enorme stupore che una cosa del genere possa essere accaduta. C’è qualcosache non và nella comunicazione, sia la nostra sia quella, me lo lasci dire, del Coni. So, per esperienza, che il Coni è presente sul territorio attraverso  i fiduciari, so che nel Municipio X esisteva un Comitato di sostegno alla candidatura, al Parco abbiamo avuto decine di volte Presidenti del Coni Regionale, del CIP, sia Regionale siaNazionale, di Enti di Promozione Sportiva e di Federazioni, tutto questo per dirle che stiamo parlando di un impianto e di una gestione che hanno lasciato il segno nello sport romano e non solo.
E cosa accade? L’impianto viene “scelto” dal Coni per venire ristrutturato alle spalle del concessionario e dei cittadini che tanto hanno fatto e fanno per salvaguardarlo.
Sa perché il Centro sportivo è ridotto a un cumulo di macerie? Perché l’azione scellerata dell’Amministrazione Comunalenon abituata a distinguere per differenziare, ha fatto di tutta l’erba un fascio e ha trattato come un delinquente l’unico concessionario che ha avuto il coraggio di denunciare il malaffare. Qualcuno avrebbe dovuto dirLe questo.
Pazienza. Le Olimpiadi sono oramai, purtroppo, acqua passata ma, Presidente, perché non approfondire il “problema” del Parco della Madonnetta?
Esiste il programma “Sport e periferie” e il Parco della Madonnetta si trova ad Acilia, periferia degradata romana che solo col Parco per 13 anni ha vissuto momenti di inclusione, di partecipazione,di vita.
Ci contatti. Parliamone. Scoprirà di avere a che fare con una bella realtà, una realtà che qualcuno avrebbe dovuto portare in palmo di mano e valorizzare. 
Non si faccia sfuggire l’occasione.
Cordialmente
Valentina Scarfagna



  

Lettera di Andrea Ciabocco al Pres. CONI Malagò

Egregio Presidente Malagò,
Le scrivo perché leggendo un articolo sulla conferenza stampa che ha sancito lo stop ufficiale alla candidatura Olimpica ho letto, con stupore, che il Parco della Madonnetta di Acilia sarebbe stato tra quelli che “avrebbero ritrovato dignità, migliorie e fruibilità” nel caso non fosse andata a finire come poi è accaduto.
Ho scritto con stupore poiché a me che il Parco l’ho ideato, costruito e gestito da sempre nessuno ha mai comunicato nulla di questa intenzione. Nella mia condizione purtroppo sono portato a pensare che sia accaduto qualcosa di strano e ora Le spiegherò perché.
Quando si parla di Parco della Madonnetta si parla di uno dei pochi Punti Verdi Qualità realizzati e dell’unico che è stato costruito e gestito secondo le linee del bando originale. 21 ettari di verde attrezzato, un’enorme palestra a cielo aperto, con un Centro Sportivo che è stato un punto di riferimento per tutto lo sport romano anche e soprattutto per quello che abbiamo fatto nello sport per i disabili.
Purtroppo per cause economico/finanziarie indipendenti dalla nostra gestione ma dovute alla scellerata mancanza di programmazione nell’impiantistica sportiva (vedi Mondiali di Nuoto 2009) da parte dell’Amministrazione Comunale che ci ha fatto saltare il piano economico/finanziario alla base del nostro investimento, il Comune di Roma ci ha revocato la Concessione nel maggio del 2015, revoca contro la quale è pendente un giudizio al Tar del Lazio.
Da quel giorno è in atto una lotta con gli uffici comunali che non ci riconoscono la possibilità del riequilibrio del piano economico/finanziario in quanto Concessione di Lavori Pubblici così come da sentenza 3817/2014 del Tar del Lazio e un’ azione di spoglio nei miei confronti che ha portato alla chiusura con conseguente vandalizzazione del Centro Sportivo.
Come è possibile che in queste condizioni il Coni inserisca la ristrutturazione del Centro Sportivo nelle opere conseguenti alla candidatura Olimpica senza interpellarmi? Sono a tutti gli effetti anche se revocato il detentore qualificato e nulla sarebbe dovuto accadere a mia insaputa.
Questo in un paese normale. Questo in una città normale.
Mi viene da pensare che qualcuno interessato alla futura gestione del Parco abbia brigato per arrivare all’inclusione del Centro Sportivo tra gli interventi previsti.
Caro Presidente, purtroppo oramai sono portato a pensare così perché negli ultimi tempi di apertura del Centro Sportivo ho avuto guai seri con un Società Sportiva legata a un imputato nel processo “Mafia Capitale” oggi al 41 bis.
A pensar male si fa peccato e penso che dietro a questo nuovo episodio possa esserci qualcuno legato a quello precedente.
Penso sia mio diritto venire a conoscenza dell’accaduto per potermi mettere nella condizione di agire di conseguenza.
Finisco esprimendo, comunque, gratitudine rispetto ciò che, purtroppo, temo non accadrà.
Il Parco della Madonnetta e il Centro Sportivo sono stati per 13 anni un enorme “spazio” dove attraverso lo sport si è fatta integrazione, educazione e dove sono cresciute generazioni di atleti e cittadini. Sapere di poter essere stati in considerazione dal Coni mi riempie di orgoglio.
Ti allego una mia lettera inviata a Renzo Piano. Ti prego di leggerla …..
Mi sono permesso di darti del tu, qui alla fine della mia lettera poiché, da uomo di sport, spero tu possa comprendere l’enorme amarezza che è in me.

giovedì 13 ottobre 2016

Verbale Commissione Congiunta 8/9/2016 sulla Delibera di Iniziativa Popolare

Questo è il verbale che finalmente ci è stato consegnato. Purtroppo mancano diverse affermazioni sostanziali del Cons. Cozzoli, dell'Ing. Rocchi e dell'Arch. Guarnieri.....





Verbale Commissione Congiunta 8/9/2016 sulla Delibera di Iniziativa Popolare

Questo è il verbale che finalmente ci è stato consegnato. Purtroppo mancano diverse affermazioni sostanziali del Cons. Cozzoli, dell'Ing. Rocchi e dell'Arch. Guarnieri.....





ECCO DOV’ERA IL MALLOPPO! MALAGÒ DICHIARA CHE IL PARCO DELLA MADONNETTA SAREBBE STATO TRA GLI INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE PER LA CANDIDATURA DI ROMA 2024

ECCO DOV’ERA IL MALLOPPO!

MALAGÒ DICHIARA CHE IL PARCO DELLA MADONNETTA SAREBBE STATO TRA GLI INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE PER LA CANDIDATURA DI ROMA 2024


I cittadini avevano capito che c’erano strane e persecutorie manovre per ammazzare il concessionario del Parco della Madonnetta. I cittadini avevano capito che oltre al parco in pericolo e le strutture, era in pericolo l’incolumità del concessionario. Lo avevano capito quando –con persecuzione- non si applicava per il concessionario A.Ciabocco la seconda convenzione più conveniente, mentre ad altri sì, quando nonostante un parere autorevole del TAR che legittimava il Riequilibrio del Piano Economico Finanziario, non si applicava mai… sempre con scuse, con omissioni, con persecuzione appunto! I cittadini avevano anche capito che c’erano strane manovre sul Piano Regolatore e sulle proposte che “non vedevano” il colore verde del parco e lo destinavano ad “ambito da pianificare”. I cittadini ed il Comitato non riusciva a capire l’ottusità degli uffici e di tutto il codazzo di burocrati –consapevoli o meno- che avevano come unico scopo ammazzare parco e concessionario. Il Comitato e Ciabocco avevano capito che non era un caso che dentro al Centro Sportivo si erano insediati -senza titolo!- strani personaggi. Anche gli attentati al parco avevano una logica per i cittadini, ma –stranamente!- venivano banalizzati da chi doveva indagare! Volevano il concessionario morto, magari di crepacuore, al fine di non avere più il capo della Resistenza! Ricordiamo bene gli uffici impegnati nella calunnia per spianare evidentemente il grande bottino. Avevamo visto chi faceva i sopralluoghi al parco… eppure noi cittadini non siamo mai stati ascoltati!
Una Delibera di Iniziativa Popolare che salvava il concessionario ed il Parco e metteva in salute economica le casse del Comune, banalizzata, osteggiata, derisa. Una Delibera scritta da professionisti e valutata nel merito anche da Vulpiani e dal suo staff di professionisti! Una Delibera che spaccava le mascelle dei predatori!
Insomma era una battaglia persa in partenza, perché il malloppo era consistente. Una battaglia enorme perché gli squali erano gradassi della copertura dei poteri forti e potevano avvalersi della manovalanza degli sciacalli. Se poi si condiva il tutto di maldicenze e calunnie, se poi si soffiava sull’invidia del popolino, sulla rivalsa degli avversari… Ciabocco era morto e ammazzato!
Ciabocco hai resistito troppo per loro. Ciabocco ed il suo Comitato SalviamoilParcodellaMadonnetta erano testardi! Sì sono stati testardi finchè Malagò non si è scoperto. E’ un detto: “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi!” C’erano piani sul parco e SENZA CHE IL CONCESSIONARIO CHE LO AVEVA CREATO, COSTRUITO E COFINANZIATO IN MODO ESEMPLARE NE SAPESSE NULLA!!! Cioè il concessionario che ci ha messo 6milioni e che si è visto sparire anche 450mila euro di fondo di garanzia, non ne sapeva nulla!!! Ossia UN CONCESSIONARIO REVOCATO, CHE GUARDA CASO HA ANCORA UN RICORSO AL TAR PENDENTE PER LA REVOCA… QUINDI ANCORA CON LA TITOLARITA’, NON NE SAPEVA NULLA!!! E’ come se qualcuno decidesse che a casa tua ci faranno altro, altre persone, a tua insaputa e rubandoti tutto!!! Fantastico Paese il nostro! Fantastica giustizia! Un applauso a tutti!!! E’ stata definita bene da un magistrato: la masso mafia!
Forse adesso capiranno tutti cosa c’era che bolliva in pentola! Forse qualcuno adesso dovrebbe mettere una medaglia al petto di Ciabocco e del Comitato che in tutti i modi si è opposto alla furia degli uffici. Il Comitato promotore delle Olimpiadi 2024, al contrario, che ha un rappresentante nel X Municipio, sarebbe il caso che specificasse bene –in termini giuridici- cosa voleva fare del Parco della Madonnetta, che non gli appartiene, che non ha ideato, costruito e cofinanziato e tantomeno gestito in modo esemplare! Forse adesso si sveglieranno tutti per capire che la Delibera va approvata e con urgenza. Forse adesso sarebbe il caso di premiare la Resistenza e chi ha continuato con coraggio e mettendo a repentaglio la propria incolumità a difendere un esempio virtuoso e di GIUSTIZIA!!! Forse stavolta l’inchiesta dovrebbe partire davvero per punire i colpevoli del “piano perfetto”!!!
Sbrigatevi ad approvare la Delibera e abbiate coraggio a difendere la giustizia!
Anzi, Spett.le CONI, ringraziando di aver individuato il Parco tra le perle sportive di Roma, chiediamo di stanziare le risorse “sport e periferia” proprio per salvare il Parco e Ciabocco.
Diego della Vega

Ieri abbiamo tagliato il prato...grazie alla Comunità dello Srilanka e ai cittadini che ci sono vicini

https://www.facebook.com/andrea.ciabocco.3/videos/1270714612959402/

Leggo 12/10/2016 -Altra premonizione avverata - fosse andata avanti la candidatura olimpica qualcun avrebbe ristrutturato la Madonnetta.....

MALAGÒ: “FLAMINIO E PALAZZETTI? NON SONO DEL CONI, DOVRÀ PENSARCI IL CAMPIDOGLIO”

Mercoledì 12 Ottobre 2016, 11:13
di Piergiorgio Bruni
«A Roma penseremo solo ai nostri asset». Lapidario e chirurgico il presidente del Coni, Giovanni Malagò, abbandona i progetti capitali. L'interruzione della corsa olimpica, per forza di cose, lascerà il segno. Oltre a un danno d'immagine difficilmente quantificabile per la città (e per l'Italia), c'è la spina dell'impiantistica sportiva. In primis lo stadio Flaminio che, di proprietà del Comune, salvo miracolosi provvedimenti, è destinato a restare nell'oblio ancora per diversi anni. Un oblio fatto di degrado, sporcizia e decadenza. «Da oggi ha chiarito Giovanni Malagò durante la conferenza stampa che ha sancito lo stop ufficiale alla candidatura il Coni si occuperà soltanto del Paese, smettendo di pensare a Roma. Quindi auguri per il Flaminio, auguri per i 15 palazzetti. È doveroso che io mi occupi di tutto il Paese. Nessuno potrà mai cancellare la nostra storia, ma guardiamo al futuro». E il domani della capitale appare a tinte fosche. Transeat per quei campi polivalenti che sarebbero potuti nascere, uno per municipio, all'interno del Raccordo, ma alcune aree già esistenti rischiano di sparire.  La Nuova Fiera di Roma, ad esempio, avrebbe potuto giovare di un corposo e necessario restyling. Così come il Tre Fontane che, con le Olimpiadi e grazie all'impegno del presidente del Cip, Luca Pancalli avrebbe accolto lo sport paralimpico. Villa Ada sarebbe tornata ai fasti dei primi del 900 mentre impianti come il Maurizio Melli al Torrino, l'impianto comunale di via Balzaretto alla Pisana, il campo villa Gordiani, il Gualandi all'Ostiense, il parco della Madonnetta ad Acilia o, anche, i Pratoni del Vivaro avrebbero ritrovato dignità, migliorie e fruibilità.  Ora, però, senza l'eventualità di ospitare i Giochi, le chance di rinascita sono affidate soltanto ad un protocollo d'intesa: «Domani (oggi, ndr) ha spiegato Malagò con Renzi presenteremo gli interventi analitici, 180 circa, inseriti nel progetto Fondo sport e periferie del governo».



giovedì 6 ottobre 2016

Che premonizione..sta accadendo esattamente ciò che qualcuno qualche mese fa predisse...

Analisi socio/urbanistica
Genere: commedie all’italiana!
Le ville e i parchi di Roma sono appezzamenti di parchi e dimore di antiche e blasonate famiglie romane. Non è un caso, infatti, che abbiano il loro nome: Villa Pamphili, Villa Torlonia, Villa Borghese… Per chi volesse approfondire, può leggere alcuni testi base dell’urbanistica (“Roma Moderna” di Insolera per esempio). Quando si passeggia nelle splendide ville di Roma -oggi depredate dall’incuria e dalla sciatteria scellerata del Comune- e si ammirano gli antichi fasti di fontane, dépendances, casine, promenades, balconate, sculture, giardini, aiuole all’italiana, laghetti… è per puro merito di famiglie private, che arredavano e qualificavano i propri spazi privati, chiamando fior fior di architetti e paesaggisti. Poi è arrivata la speculazione, i profitti, le necessità, le “opportunità”, e le antiche famiglie hanno pensato di frazionare e lottizzare i propri enormi spazi verdi. Quel che rimane delle antiche ville è un’infinitesima parte dell’antico verde privato a Roma.

Nell’area del Parco della Madonnetta, vi insistono alcuni quartieri, di cui solo Casal Palocco fu quello “blasonato”. Solo Casal Palocco, infatti, ha avuto un piano urbanistico esemplare e studiato in tutto il mondo. Arrivavano pullman di giapponesi per studiare il fenomeno urbanistico/architettonico. I migliori architetti,  costruttori e professionisti dell’epoca lavorarono per realizzare Casal Palocco. Il quartiere AXA, bel quartiere e ricco economicamente, non era altrettanto esemplare in quanto non godeva di un piano urbanistico illuminato, era frutto di una lottizzazione ricca, ma non pianificata. La Madonnetta era un quartiere abusivo e costruito dentro al pantano per “convergenza” e “compluvio” di fossi. Acilia era la borgata per eccellenza, in quanto è storicamente la prima borgata di Roma e San Giorgio era considerata la borgata della borgata. Malafede e pezzetti urbani di ricucitura (zona via Purificato fino a S.Giorgio) erano zone di speculazione, scopiazzatura goffa dell’architettura palocchina. Le Terrazze del Presidente pura speculazione, oggetto anche di vicende giudiziarie.

In un mega campo incolto, la famiglia Ciabocco, non blasonata, ma illuminata, si inventa e costruisce con parte di fondi garantiti dal pubblico (4milioni ce li mettono i Ciabocco!) un Parco di 21 ettari attrezzato. Lo qualifica anche architettonicamente, perché ricostruisce con rispetto alcuni casolari, riqualificandoli, costruisce un Centro Sportivo esemplare, ma di basso impatto ambientale e rispetta e qualifica il verde, attrezzandolo e piantumando migliaia di essenze arboree. Costruisce un Parco! Non contenti, i Ciabocco creano anche una comunità sociale forte e qualificata, indotta dalla bellezza del Parco e proporzionale all’onestà della visione.

Accade il “miracolo” della Madonnetta, ossia l’ovvia dinamica di una giusta ed onesta operazione di riqualificazione urbana e sociale: i quartieri intorno si riqualificano. La bellezza e la qualità del Parco ha spostato in alto la classe sociale degli utenti. I quartieri borgata, i quartieri speculazione, i quartieri abusivi, si risollevano e passano di classe sociale. Si sposta di un gradino in alto il valore sociale della zona. Questo fenomeno riqualifica anche la qualità della vita, di benessere e riqualifica anche l’indice economico di valore delle proprietà edilizie del quartiere. Il quartiere AXA rimane un quartiere ricco, ma con il servizio del Parco viene anch’esso riqualificato urbanisticamente.

Il Comune e le Istituzioni non avendo creato il Parco -come non hanno creato le Ville e i Parchi di Roma- con elucubrazioni e dissertazioni su questioni finanziarie, a capo un dirigente irresponsabile, colpiscono il Parco. Il dirigente dott. Giovanni Serra, per smembrare il Parco prende accordi arraffazzonati e colpisce Ciabocco. Il risultato della “arguta” operazione è: la chiusura di un Asilo, l’impossibilità coatta per alcune associazioni sportive di lavorare, l’occupazione di parte del Centro Sportivo, l’occupazione e l’utilizzo abusivo di macchinari, spazi, impianti… con relativo danno dei Beni. Il dirigente del Comune (che in quota parte paghiamo noi!) uccide Ciabocco tagliandogli i viveri, con danno evidente alla comunità.
Nonostante le denunce e gli esposti, le Forze dell’Ordine stanno a guardare, le Istituzioni rimpallano il problema, i calunniatori spargono voci di chiusura del Parco, del ristorante, delle giostre (in modo che Ciabocco sia anche sepolto!). I cittadini disorientati ed intimoriti si chiudono in casa! Il dott. Serra, sentendosi principe e padrone delle sorti della comunità, decide arbitrariamente per tutti! Nessuno ferma questa pazzia!

All’estero stiamo diventando una barzelletta italiota! Dal Messico, da Londra, dall’Australia, dagli Stati Uniti ci guardano come nuovo fenomeno sociale/psichiatrico da studiare: cittadini aspiranti suicidi con complicazioni masochiste!

Premonizione:
Il Parco senza Ciabocco verrà devastato dai vandali. Il dirigente Serra, dopo aver arrecato danno alla comunità, verrà spostato e farà danno altrove. I lanzichenecchi, abituati a depredare, arrafferanno finchè le Istituzioni giocheranno con i fischietti, poi si sposteranno altrove. Se riesce il colpo di chi sta dietro ai lanzichenecchi, come consentito da un provvidenziale pezzo di carta –che non ha alcun valore giuridico, ma che tutti si affrettano ad espletare!- costruiranno migliaia di mq sul mitico Parco. Il valore delle case e dei Beni intorno riscenderà. I cittadini avranno acquistato polvere!

Domanda:

Siamo ancora in zona Cesarini… cittadini vi date una svegliata? Cittadini, Ciabocco non ce la fa più a fare e pagare cause per il Bene della Comunità. Ciabocco non può da eroe diventare martire! Una volta che il Comune ha realizzato il piano, per voi non c’è più scampo e non ci saranno più i margini per poter vincere questa battaglia di giustizia! SVEGLIATEVI e PARTECIPATE!!!

martedì 4 ottobre 2016

Dati artefatti artatamente....

1. l'investimento è di € 11.793.449,97 anzichè come riportato € 10.282.171.08. Questo errore porta a pensare che ci sia stato un investimento in autofinanziamento di € 384.348,13 anzichè il REALE AUTOFINANZIAMENTO di € 1.895.627,02 che poichè mai è stato erogato l'ultimo stato di avanzamento del 2° stralcio di € 104.793,00 diventa € 2.000.420,02

2.€ 11.793.449,97/6214 metri quadri(realmente costruiti come da punto 4)=1.897,88
N.B. questo parametro PENALIZZA chi ha più VERDE ed è singolare che venga applicato.
Sarebbe più logico detrarre quanto è costato il verde e poi fare la divisione.
Nel nostro caso € 11.793.449,97- €1.245.651,55(costo del verde)=€10.547.798,42/6214mq.=1.697,42

3.la superficie lorda coperta consentita non è di 3.000 mq. ma di 6.000 mq. + 857,15 già esistenti = 6.875,15 come da D.C.C. 169/1995 e D.C.C. 84/1998

4.la superficie realizzata è di mq. 6.214 e quindi 643,15 mq. in meno del consentito

5.la superficie di verde fruibile sistemata è di mq. 148.631 anzichè di mq. 143.630 come da parametri. In realtà a questo conto manca la superficie dei parcheggi di mq.11.172 e il verde profit di mq.52.881. Se si sommano queste 2 cifre si arriva a mq.212.684 che sono ben visibili!!!

6.L'altezza massima consentita dalla D.C.C. 169/1995 era di 4 metri alla gronda per le nuove costruzioni. E' incomprensibile come si possa scrivere che al centro sportivo non stata rispettata tale altezza. Per quanto riguarda il locale su Via di Acilia in alcune parti minimale è pi' alto dei 4 metri per esigenze architettoniche ma è stato applicato comunque, in accordo con l'allora R.U.P. il criterio della media e secondo tale criterio è nella norma.

7.Come già chiarito nel punto 5 la superficie richiesta a verde non profit era di mq.143.630 e non 149.520,00 riportato nella tabella.

Alcune considerazioni:

A.Nella tabella non compare minimamente la "vita" del Pvq. La manutenzione del verde che ci costa circa € 130.000 l'anno in più del canone che dovremmo pagare al Comune e quindi € 130.000X 13 anni=€ 1.690.000...e non è poco. E non vengono considarate le spese di manutenzione straordinaria che abbiamo avuto nei 13 anni di apertura. Abbiamo avuto 3 incendi, il crollo di 2 travi in piscina, atti vandalici...E per tutto questo se fossimo stati un Impianto Sportivo Comunale avremmo avuto in cambio l'allungamento della concessione proporzionato alla spesa.

B. E' incredibile come gli uffici comunali che dovrebbero avere al primo posto l'interesse pubblico basato sul servizio pubblico derivante dalla fruizione di verde pubblico penalizzino sempre chi di verde ne ha di piu'. E' fuori da qualsiasi logica che per valutare la congruità dell'investimento si divida sic et simpliciter il costo per i metri quadri di costruito. Certo se poi rifletti sul fatto che queste schede sono dei PVQ revocati che portano costi di costruzione al metro quadro da 2.000€ a 6.200€....e allora si capisce perchè non considerare il VERDE!!!!!

C.E' incredibile come si possano sbagliare a riportare dati non considerando le Delibere istitutive dei Pvq. Si dirà che dopo il parere dell'Anac tali Delibere sono nulle ma le costruzioni sono state autorizzate dal Comune ai Concessionari che costruiscono un bene del Comune.

D. Ci sono Pvq che hanno le gronde a 4 metri e poi giganteschi cappelli che nascondono terzi e addirittura quarti piani!!!!

A proposito delle dichiarazioni dell'Ing.Rocchi in Comm. Congiunta...

Fatevi 2 belle risate...

Vi ricordate quello che ha dichiarato l'Ing. Rocchi...il Parco è tutto abusivo....

Ecco le tabelle del Comune riguardo gli strumenti urbanistici

Ci dicono che siamo solo su un punto siamo fuori dalle norme...e anche sul quel punto sbagliano...li sfido a duello a dimostrarmi che hanno ragione...

Abbiamo costruito meno metri quadri dei consentiti....abbiamo rispettato le altezze previste( 4 metri alla gronda sopra terra e sotto)....l'unica costruzione che ha un pezzetto con altezza superiore ai 4 metri è la costruzione su via di acilia ma la nedia delle altezze è 4 metri e quindi anche lì nessun abuso...


IL GIOCO E' CHIARO..BUTTIAMOLA IN CACIARA E DICIAMO CHE SONO TUTTI UGUALI

P.S. GUARDATE QUELLI NON REVOCATI COME STANNO MESSI E CAPIRETE TUTTO...

   Previsioni programma punti verde qualità e strumenti urbanistici comunali (Deliberazioni C.C. n. 169/95 e n.84 /99 Programma PVQ e N.T.A. PRG) (tabella 3)

1.1     Mancato rispetto dei parametri urbanistici quali superficie coperta massima, altezza massi- ma, numero di piani fuori ed entro terra, distacchi, etc., previsti dalle citate delibere di attiva- zione del programma;
1.2     Mancato rispetto degli standard urbanistici, con particolare riferimento ai parcheggi di perti- nenza e pubblici, secondo le disposizioni vigenti;
1.3     Carenza e/o mancata realizzazione di servizi ed attrezzature obbligatorie previste dalle citate delibere consiliari;
1.4     Servizi compatibili, realizzati in difformità, per consistenza plano-volumetrica e/o destinazio- ne d’uso rispetto ai disposti delle deliberazioni che hanno approvato il programma;
1.5     Mancato rispetto delle percentuali minime di superficie da destinare a verde pubblico fruibile (parco pubblico, attrezzature pubbliche, etc.) ex art. 3 della deliberazione di C.C. n. 169/95;
1.6     Mancata verifica della conformità delle opere approvate rispetto al PRG ed agli strumenti ur- banistici attuativi.
Nella Tabella 3 allegata sono riportate per ciascun Punto Verde Qualità le criticità rilevate