Ufficialmente non c’era gente della politica, né locale né nazionale, a fare bella mostra di sé all’evento “Scateniamo il paradiso” indetto per la salvezza del Parco della Madonnetta, in quel di Acilia, quartiere a ridosso del litorale sud di Roma. Ma secondo fonti vicine agli organizzatori pare che, seppure di sfuggita, qualche notabile sia stato intravisto. C’erano invece tantissime mamme, papà e bambini che insieme a moltissimi altri cittadini di tutte le età e condizione sociale hanno voluto testimoniare con la loro presenza la volontà di voler mantenere il Parco della Madonnetta così com’è: una struttura a disposizione dei cittadini.
Nelle giornate dell’evento spiccava la presenza di associazioni che svolgono la loro attività in ambito sociale, cittadino ed internazionale: sportive, culturali, umanitarie, con le loro folte rappresentanze hanno fatto sentire la propria voce spiegando, intervistando o semplicemente colloquiando con chiunque fosse interessato a saperne di più non solo sulla loro attività e sulle tematiche legate al Parco della Madonnetta, ma anche su argomenti di carattere generale come salvaguardia del territorio e diritti umani.
Prima fra tutte l’associazione Agisco (tra i promotori dell’evento), oltre naturalmente ai vari comitati di quartiere e associazioni che operano nell’area. Un nostro veloce sondaggio, condotto tra un congruo numero di presenti all’evento, ha confermato come non pochi cittadini si siano ritrovati lì grazie al passaparola portato avanti sui social network. Sperimentato in occasione di eventi di più vasta risonanza, anche stavolta il tam-tam virtuale ha dato i suoi frutti. Al tirare delle somme e vista la larghissima partecipazione dei cittadini, Andrea Ciabocco, presidente e vero deus ex machina della società concessionaria del Parco della Madonnetta, organizzatori e promotori dell’evento sono stati concordi nell’affermare che più che la solita manifestazione “Scateniamo il paradiso” è stata una festa di popolo vera e propria.
Tuttavia, a causa dell’informazione piuttosto frammentaria se non addirittura negata, quel nostro sondaggio ci ha anche rivelato come non proprio tutti gli intervistati e di conseguenza, immaginiamo, un buon numero dei presenti, fossero al corrente di come la vicenda si sia sviluppata fino ad arrivare a “Scateniamo il paradiso”. Da bravi cronisti, ci siamo presi l’onere di ripercorrere la vita delle passate amministrazioni comunali. Questo andare a ritroso ci ha fatto risalire fino ai tempi di rutelliana memoria. In principio erano i Punti Verdi Qualità, l’iniziativa lanciata dal sindaco Rutelli a metà degli anni ’90 che intendeva affidare aree dismesse e degradate all’associazionismo per farne centri sportivi e di intrattenimento sociale. “A metà degli anni ’90, ai tempi del sindaco Rutelli, il Comune di Roma istituì i Punti Verdi Qualità con l’intento di riqualificare alcune zone della capitale, in particolare le periferie” conferma Francesco Bonafaccia, a suo tempo dirigente ed ora ‘semplice membro’ (come egli ama definirsi) nonché autentica memoria storica dell’associazione concessionaria del Parco della Madonnetta.
“La delibera 169 del 1995” prosegue Bonafaccia “ha dato il via alle successive gare per l’aggiudicazione del nuovo servizio pubblico. Negli intenti dei promotori dei Punti Verdi Qualità c’era quello di istituire, far nascere e promuovere centri di aggregazione sociale. I parchi sono stati affidati in gestione a concessionari, sulla base di progetti e piani economico-finanziari (autofinanziamenti e mutui stipulati dai concessionari). In diversi casi non tutti i finanziamenti sono stati effettivamente impiegati per le finalità previste: ciò risulta dalle inchieste tutt’ora in corso e da documenti ufficiali della Guardia di Finanza. Con il trascorrere degli anni, purtroppo molti Punti Verdi Qualità da centri di aggregazione sociale sono diventati veri e propri centri commerciali. Di contro, alcuni gestori, tra i quali quelli del Parco della Madonnetta, non si sono prestati a questo tipo di manovra. Il Parco della Madonnetta è un esempio di come avrebbero dovuto essere i Punti Verdi Qualità: Area verde, ben tenuta, cubatura rimasta immutata rispetto a quella in progetto, numerosissime iniziative per favorire incontri tra i cittadini, attività commerciali limitate a quelle a suo tempo previste e ritenute indispensabili (bar e ristorante). Inoltre l’area ospita sedi di associazioni che svolgono la loro attività in campo sociale ed internazionale senza distinzione di sesso, religione, etnia e orientamento politico.
Il non-allineamento del gestore del Parco della Madonnetta (Prof. Andrea Ciabocco, presidente della Società Sportiva Dilettantistica Andrea Ciabocco SRL, concessionaria del Parco della Madonneta. N.d.r.) è stato pagato a duro prezzo: mentre ad altri gestori sono state riviste al meglio le condizioni di concessione, ad Andrea Ciabocco non è stato concesso di godere delle migliori condizioni previste dalla nuova convenzione. Non basta: malgrado il Prof. Ciabocco chiedesse la revisione del piano economico-finanziario, nulla veniva fatto in tal senso, neanche dopo una sentenza del T.A.R. che gli riconosceva il diritto soggettivo alla revisione del piano economico-finanziario. Il Ciabocco a questo punto si è trovato nelle condizioni di non poter più far fronte al pagamento del mutuo. Dal 2013 è iniziata l’operazione ‘parole, parole, parole’, cioè il classico scaricabarile tra giunte (“non è colpa nostra ma della giunta che c’era prima”), andato avanti nel tempo, finché, dopo due anni di assoluto e colpevole immobilismo, il Comune fa il punto della situazione.
Redige due liste: nella prima, chiamiamola ‘bianca’, sono compresi coloro che stanno a posto, cioè che non sono rei di gravi inadempienze contrattuali, la seconda, che chiameremo ‘nera’, include chi non ha rispettato gli impegni contrattuali. Naturalmente, il Parco della Madonnetta è inserito nella ‘black list’. La ‘manchevolezza’ imputata alla società di Ciabocco è, per l’appunto, il mancato proseguimento dei pagamenti delle rate del mutuo. A questo punto, la concessione viene revocata per morosità. Appare evidente agli interessati che nello stendere la lista nera il Comune non ha tenuto conto del comportamento virtuoso tenuto negli anni dai gestori del Parco della Madonnetta (pagamenti puntuali delle rate del mutuo), ma solo di quanto verificatosi nell’ultimo periodo, quasi volesse stendere un velo pietoso sulle cause che hanno portato all’attuale situazione”.
Ma la revoca è arrivata dalla sera alla mattina o…?” chiediamo.
“No, c’erano già state le avvisaglie: continui paletti messi dall’amministrazione che indicavano la chiara volontà, da parte sua, di dividere i Punti Verdi Qualità”
E voi, a quel punto messi sull’avviso cosa avete fatto?
“A seguito di questi avvenimenti, i cittadini dei quartieri dell’area interessata (Acilia, San Giorgio, Infernetto, Casal Palocco tra gli altri) hanno costituito un gruppo, ‘Salviamo il Parco della Madonnetta’, che a tutt’oggi conta circa 3400 aderenti.
Con l’intento di riavvicinare l’attenzione del Comune e, più in generale, suscitare quella dell’opinione pubblica romana ‘Salviamo il Parco della Madonnetta’ ha organizzato l’evento ‘Scateniamo il Paradiso’”.
L’esaustivo intervento di Francesco Bonafaccia si conclude qui, ma disegna con precisione lo scenario politico in cui la vicenda è maturata. Non abbiamo difficoltà a ritenere che di ‘Affaire Parco della Madonnetta’ ce ne sono parecchi, non solo a Roma ma in tutta Italia. Limitandoci al nostro ambito, quello romano, è evidente che le amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo, diciamo da vent’anni a questa parte, non hanno dato certezze ai cittadini che nelle varie politiche proposte o progettate fossero comprese quelle della salvaguardia del territorio o di un suo ‘imparziale’ sviluppo.
‘Scateniamo il paradiso’ è sicuramente un segnale forte del quale i padroni dei vari apparati della politica dovrebbero tenere conto. Certo, la totale assenza delle istituzioni a questo importante appuntamento di popolo la dice lunga su quanto l’attuale amministrazione più che alla salvaguardia della qualità della vita dei cittadini sia fortemente interessata a giochi di lobby di partito e a raccattare tessere qua e là.
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