Egregio Presidente Malagò,
Le scrivo perché leggendo un articolo sulla conferenza stampa che ha sancito lo stop ufficiale alla candidatura Olimpica ho letto, con stupore, che il Parco della Madonnetta di Acilia sarebbe stato tra quelli che “avrebbero ritrovato dignità, migliorie e fruibilità” nel caso non fosse andata a finire come poi è accaduto.
Ho scritto con stupore poiché a me che il Parco l’ho ideato, costruito e gestito da sempre nessuno ha mai comunicato nulla di questa intenzione. Nella mia condizione purtroppo sono portato a pensare che sia accaduto qualcosa di strano e ora Le spiegherò perché.
Quando si parla di Parco della Madonnetta si parla di uno dei pochi Punti Verdi Qualità realizzati e dell’unico che è stato costruito e gestito secondo le linee del bando originale. 21 ettari di verde attrezzato, un’enorme palestra a cielo aperto, con un Centro Sportivo che è stato un punto di riferimento per tutto lo sport romano anche e soprattutto per quello che abbiamo fatto nello sport per i disabili.
Purtroppo per cause economico/finanziarie indipendenti dalla nostra gestione ma dovute alla scellerata mancanza di programmazione nell’impiantistica sportiva (vedi Mondiali di Nuoto 2009) da parte dell’Amministrazione Comunale che ci ha fatto saltare il piano economico/finanziario alla base del nostro investimento, il Comune di Roma ci ha revocato la Concessione nel maggio del 2015, revoca contro la quale è pendente un giudizio al Tar del Lazio.
Da quel giorno è in atto una lotta con gli uffici comunali che non ci riconoscono la possibilità del riequilibrio del piano economico/finanziario in quanto Concessione di Lavori Pubblici così come da sentenza 3817/2014 del Tar del Lazio e un’ azione di spoglio nei miei confronti che ha portato alla chiusura con conseguente vandalizzazione del Centro Sportivo.
Come è possibile che in queste condizioni il Coni inserisca la ristrutturazione del Centro Sportivo nelle opere conseguenti alla candidatura Olimpica senza interpellarmi? Sono a tutti gli effetti anche se revocato il detentore qualificato e nulla sarebbe dovuto accadere a mia insaputa.
Questo in un paese normale. Questo in una città normale.
Mi viene da pensare che qualcuno interessato alla futura gestione del Parco abbia brigato per arrivare all’inclusione del Centro Sportivo tra gli interventi previsti.
Caro Presidente, purtroppo oramai sono portato a pensare così perché negli ultimi tempi di apertura del Centro Sportivo ho avuto guai seri con un Società Sportiva legata a un imputato nel processo “Mafia Capitale” oggi al 41 bis.
A pensar male si fa peccato e penso che dietro a questo nuovo episodio possa esserci qualcuno legato a quello precedente.
Penso sia mio diritto venire a conoscenza dell’accaduto per potermi mettere nella condizione di agire di conseguenza.
Finisco esprimendo, comunque, gratitudine rispetto ciò che, purtroppo, temo non accadrà.
Il Parco della Madonnetta e il Centro Sportivo sono stati per 13 anni un enorme “spazio” dove attraverso lo sport si è fatta integrazione, educazione e dove sono cresciute generazioni di atleti e cittadini. Sapere di poter essere stati in considerazione dal Coni mi riempie di orgoglio.
Ti allego una mia lettera inviata a Renzo Piano. Ti prego di leggerla …..
Mi sono permesso di darti del tu, qui alla fine della mia lettera poiché, da uomo di sport, spero tu possa comprendere l’enorme amarezza che è in me.
Le scrivo perché leggendo un articolo sulla conferenza stampa che ha sancito lo stop ufficiale alla candidatura Olimpica ho letto, con stupore, che il Parco della Madonnetta di Acilia sarebbe stato tra quelli che “avrebbero ritrovato dignità, migliorie e fruibilità” nel caso non fosse andata a finire come poi è accaduto.
Ho scritto con stupore poiché a me che il Parco l’ho ideato, costruito e gestito da sempre nessuno ha mai comunicato nulla di questa intenzione. Nella mia condizione purtroppo sono portato a pensare che sia accaduto qualcosa di strano e ora Le spiegherò perché.
Quando si parla di Parco della Madonnetta si parla di uno dei pochi Punti Verdi Qualità realizzati e dell’unico che è stato costruito e gestito secondo le linee del bando originale. 21 ettari di verde attrezzato, un’enorme palestra a cielo aperto, con un Centro Sportivo che è stato un punto di riferimento per tutto lo sport romano anche e soprattutto per quello che abbiamo fatto nello sport per i disabili.
Purtroppo per cause economico/finanziarie indipendenti dalla nostra gestione ma dovute alla scellerata mancanza di programmazione nell’impiantistica sportiva (vedi Mondiali di Nuoto 2009) da parte dell’Amministrazione Comunale che ci ha fatto saltare il piano economico/finanziario alla base del nostro investimento, il Comune di Roma ci ha revocato la Concessione nel maggio del 2015, revoca contro la quale è pendente un giudizio al Tar del Lazio.
Da quel giorno è in atto una lotta con gli uffici comunali che non ci riconoscono la possibilità del riequilibrio del piano economico/finanziario in quanto Concessione di Lavori Pubblici così come da sentenza 3817/2014 del Tar del Lazio e un’ azione di spoglio nei miei confronti che ha portato alla chiusura con conseguente vandalizzazione del Centro Sportivo.
Come è possibile che in queste condizioni il Coni inserisca la ristrutturazione del Centro Sportivo nelle opere conseguenti alla candidatura Olimpica senza interpellarmi? Sono a tutti gli effetti anche se revocato il detentore qualificato e nulla sarebbe dovuto accadere a mia insaputa.
Questo in un paese normale. Questo in una città normale.
Mi viene da pensare che qualcuno interessato alla futura gestione del Parco abbia brigato per arrivare all’inclusione del Centro Sportivo tra gli interventi previsti.
Caro Presidente, purtroppo oramai sono portato a pensare così perché negli ultimi tempi di apertura del Centro Sportivo ho avuto guai seri con un Società Sportiva legata a un imputato nel processo “Mafia Capitale” oggi al 41 bis.
A pensar male si fa peccato e penso che dietro a questo nuovo episodio possa esserci qualcuno legato a quello precedente.
Penso sia mio diritto venire a conoscenza dell’accaduto per potermi mettere nella condizione di agire di conseguenza.
Finisco esprimendo, comunque, gratitudine rispetto ciò che, purtroppo, temo non accadrà.
Il Parco della Madonnetta e il Centro Sportivo sono stati per 13 anni un enorme “spazio” dove attraverso lo sport si è fatta integrazione, educazione e dove sono cresciute generazioni di atleti e cittadini. Sapere di poter essere stati in considerazione dal Coni mi riempie di orgoglio.
Ti allego una mia lettera inviata a Renzo Piano. Ti prego di leggerla …..
Mi sono permesso di darti del tu, qui alla fine della mia lettera poiché, da uomo di sport, spero tu possa comprendere l’enorme amarezza che è in me.
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