venerdì 26 febbraio 2016

Cinquegiorni 26/02/2016 - Manca una prospettiva di un utilizzo chi queste aree a rischio di abbandono e probabili danni erariali per mutui non restituiti alle banche e possibili contenziosi

Manca una prospettiva di un utilizzo chi queste aree  a rischio di abbandono e probabili danni erariali per mutui non restituiti alle banche e possibili contenziosi


Giovedì sul Corriere della Sera appariva un articolo sui punti verdi qualità che, a quanto pare, fa più confusione che chiarezza nell’intricata vicenda dagli aspetti penali ancora tutti da chiarire ( ammesso che qualcuno ci stia ancora pensando prima che tutto finisca in cavalleria con la prescrizione). Una prima risposta viene dal presidente dei concessionari dei Pvq Orlando Galimberti che contesta quanto riportato dal quotidiano perché “la revoca disposta dagli Uffici riguarda 32 aree…”, ma non chiarisce se tale provvedimento sia una proposta del Dr. Serra responsabile da oltre un anno funzionario responsabile del procedimento, o un delibera esecutiva del commissario Tronca. Secondo Galimberti le 32 aree citate dovrebbero coincidere con quelle che non hanno firmato la Concessione ma che sono state oggetto dell’aggiudicazione tramite delibera GC 4480/1996.

SALTANO I PUNTI VERDI

«Ciò significa che tali aree non hanno avuto la possibilità di vedere concluso l’iter di approvazione dei loro progetti esecutivi e i loro piani economici che erano le condizioni per poter procedere alla successiva  concessione che dava loro diritto di accesso al mutuo e alla realizzazione ed alla futura gestione dei PVQ». I motivi di questa mancata approvazione risiederebbero nella latitanza degli Uffici comunali e nella mancanza di un adeguamento delle norme urbanistiche. Ovviamente stiamo parlando di aree che non hanno ancora ottenuto la concessione e quindi la decisione di Serra risulterebbe «un atto totalmente irresponsabile» che secondo Galimberti, contraddice le intenzioni   dell’ex Assessore Sabella di consentire di realizzare i PVQ senza oneri del Comune allo scopo di fornire un servizio alla cittadinanza.

243 ETTARI AI TOPI

La decisone di Serra (o Tronca che sia) condannerebbe queste 32 aree al “regno dei topi” per  un totale di ben 243 ettari.
Poi ci sono gli 11  Pvq ai quali è stata revocata lo scorso anno la concessione, alcuni in abbandono altri ancora attivi per un totale di 107 ettari. Per questi sorge un altro problema perché il debito accumulato dai concessionari “revocati” è di 121 milioni garantiti al 95% dalla fideiussione del Comune.

SENZA INDICAZIONI POLITICHE

Inoltre manca uno straccio di indicazione politica, non solo sul reimpiego di quelle aree, ma sulla gestione dei servizi che su quelle aree insistono (palestre, chioschi, ristoranti ecc.). Probabilmente per semplificare il dottor Serra ha inviato una relazione sulla disastrosa situazione dei Pvq a Cantone il quale non poteva fare altro che dire: sbaracca tutto.  Cosa che il solerte funzionario si appresta a fare, ignaro (apparentemente) della infinita serie di ricorsi e cause che l’amministrazione dovrà subire non tanto dalle situazioni scandalose e truffaldine  come quelle ad esempio di Feronia o Spinaceto e altre, ma da coloro che hanno edificato su quelle are anche con capitali propri oltre che con il mutuo garantito da Credito Sportivo e BCC.

I COSTI AI CONTRIBUENTI

Evidentemente l’incuria (forse interessata) dell’amministrazione Alemanno e della successiva amministrazione Marino stanno generando frutti velenosi. Il tutto caricato solo sulle spalle di un funzionario, il dott. Serra che solo soletto si appresta ad un indiscriminato repulisti senza indicare una prospettiva futura in mancanza della quale matureranno altri danni. Del dossier che Serra a suo tempo presentò alla Procura non se ne sa più nulla, certo è che prima o poi i costi di tutta questa operazione finiranno per gravare sui contribuenti.


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