Lettera
aperta ai Concessionari PVQ dopo il parere dell’ANAC e la revoca delle 32
concessioni
Questa mia
nuova “lettera aperta” a tutti voi dopo quella dell’Agosto 2015 a seguito della conferenza stampa dell’allora
Sindaco Marino nella quale generalizzando tacciò tutti i concessionari di
essere “imprenditori ladroni”, è conseguente agli ultimi drammatici, a mio
avviso, avvenimenti.
L'essere
tacciato,allora, dal Sindaco Marino, di essere un imprenditore "ladrone"
offese la mia dignità e la mia onestà e, purtroppo, da allora le cose non sono
migliorate anzi, a mio avviso, stanno degenerando in una catastrofe per tutti.
Allora mi
lamentavo di essermi ritrovato solo a denunciare la degenerazione di tutto e ad
annunciare, quasi un menagramo, catastrofi per tutti.
Allora mi
sfogavo in questa maniera:
Qual è la mia
colpa?
È una colpa aver rispettato il bando originale?
È una colpa aver avuto il coraggio di denunciare pubblicamente il
malaffare?
È una colpa non aver potuto, per una scelta scellerata di chi governava i
PVQ, usufruire della seconda e più vantaggiosa convenzione con le banche?
È una colpa aver osteggiato sempre la follia della fidejussione della Sic
essendo convinto che tanto marcio vi si annidava?
È una colpa non aver chiesto nessun aumento di cubatura?
È una colpa non aver pensato di sfruttare il Pvq con attività al limite del
lecito?
È una colpa aver denunciato pubblicamente la follia delle nuove costruzioni
per i mondiali di nuoto del 2009?
È una colpa aver fatto un ricorso al Tar che ha qualificato i PVQ come
Concessione di Lavori Pubblici e che ci da il diritto soggettivo al
riequilibrio del piano economico-finanziario ove ve ne fosse la necessità?
È una colpa aver cercato in tutte le maniere soluzioni che se fossero
andate bene per me sarebbero servite anche a tutti gli altri?
È una colpa aver dato spazio al sociale tanto da essere preso ad esempio?
Alla luce degli ultimi provvedimenti molti di voi,oggi, magari in regola
con le rate di mutuo e con tutte le carte apposto ma che oggi qualcuno dice siano
illegittime, si troverà, purtroppo, a condividere quel mio stato d’animo.
E’ di questi
giorni il provvedimento, a seguito di un parere dell’ANAC, di avvio del
procedimento per la revoca di 32 concessioni, quelle dei famosi delocalizzati e
dei progetti non ancora iniziati.
Dicevo nella
mia lettera precedente che c'è una sola cosa che ci lega tutti in maniera
indissolubile: l'applicazione corretta del Codice dei Lavori Pubblici.
Oggi il
parere dell’Anac denuncia che :
-
"si evince la
sussistenza di diffusi illeciti amministrativi e penali nella gestione del
rapporto asseritamente concessorio".
-
violazioni
e le illegittimità si
estendono all’edilizia e all’urbanistica.
- in alcuni casi le opere sono
state costruite con il mancato rispetto di standard e parametri urbanistici;
-
- le opere sono state costruite su
aree vincolate in mancanza dell’autorizzazione della Soprintendenza;
-
- in alcuni casi le opere sono
state costruite strutture su terreni di privati non assoggettati all’esproprio;
-
- nel complesso, le aree cd
profit superano di gran lunga le aree verdi gratuitamente accessibili, anche a
dispetto delle previsioni progettuali;
-
- in alcuni PVQ si ravvisano
soltanto attività commerciali;
-
-
la maggior parte dei PVQ, anche già aperti alla pubblica
fruizione, risulta non essere mai stata collaudata.
La conclusione dell'ANAC è categorica: sulla base di quanto rappresentato, non pare potersi prescindere
dall’annullamento di tutti gli atti viziati.
Da ultimo l'ANAC si occupa in poche righe delle opere non
collaudate ma aperte al pubblico: l’Amministrazione
di Roma Capitale dovrà considerare con la massima prudenza i rischi che
possono derivare dall’apertura al pubblico e dalla fruizione da parte dei
cittadini di opere che non abbiano completato l’iter di costruzione comprensivo
delle relazioni di collaudo.
Il provvedimento del 18 febbraio di revoca delle 32
concessioni è gravissimo e , molto probabilmente, propedeutico alla revoca di
tutte le concessioni.
Vi si accenna, nelle premesse, la sostituzione di 50 schede
su 75 progetti presentati e si revocano le delibere istitutive del progetto
Punti Verdi relativamente alle 32 concessioni in oggetto. In pratica enunciando
principi generali di illegittimità riguardo le delibere istitutive poi le si
revocano “solo” per quelle 32 concessioni. Una pistola fumante nelle mani dell’amministrazione
puntata alle tempie di tutti i concessionari non ancora revocati.
Va immediatamente bloccata l’irresponsabilità e la volontà
distruttiva dell’amministrazione comunale.
Ieri è toccato ai primi 11 revocati, oggi tocca ai 32 e se
non disarmiamo l’amministrazione domani toccherà a tutti gli altri.
La situazione non può essere affrontata o risolta come si sta
facendo adesso con gli sgomberi di quanti non hanno pagato alcune rate di mutuo:
in assenza di procedure per individuare i nuovi concessionari, le strutture
costruite saranno abbandonate e diventeranno presto terra di nessuno (v. Città
del Rugby a Spinaceto) e Roma Capitale dovrà lo stesso rimborsare le banche.
Quale è l'operatore economico che sarà disposto a subentrare
accollandosi le rate di mutuo non pagate con il rischio di un lungo contenzioso
giudiziario con il concessionario "sgomberato"
e, soprattutto, con i "risvolti
penali" per la violazione di norme urbanistiche ed edilizie?
E' necessario un provvedimento legislativo straordinario che
consenta di regolarizzare le singole situazioni che sono una diversa dall'altra
ma che, al di là di casi di malaffare che vanno perseguiti e puniti, tutte
hanno contribuito a dare servizi alla città e a migliorare la qualità della
vita dei romani.
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