Il buco nero dei Punti Verdi Qualità e la proposta cassata
Incomprensibili le ragioni che hanno indotto a bocciare l'unica seria proposta di delibera
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I buchi neri, come noto in astronomia, inghiottono la materia che scompare. Anche il Campidoglio ha il suo di “buco nero” che sino ad oggi avrebbe inghiottito almeno 16 milioni del suo disastrato bilancio. Parliamo dei Punti Verdi Qualità di cui questa testata va scrivendo da anni senza che si vedano apprezzabili risultati, e che denuncia una esposizione del Comune di alcune centinaia di milioni nei confronti della Bcc. Tutti garantiti dalla fideiussione capitolina al 95% su debiti contratti dai concessionari che non pagano più i ratei ormai da anni.
LA TRATTATIVA – I bene informati ci assicurato che il Campidoglio sta trattando con l’istituto di credito per risolvere il problema ma nel frattempo 6 milioni la banca se li è succhiati dal fondo di garanzia dei concessionari e più di 10 li ha versati alla banca la tesoreria capitolina. Resta il fatto che in bilancio di questa sofferenza non esiste traccia.
LE INIZIATIVE DI SERRA – Nel luglio dello scorso anno la relazione dell’ultimo dirigente chesi è occupato seriamente della vicenda, il dott. Serra, metteva finalmente a nudo l’intricata materia intessuta di abusi, mancati controlli, opere abbandonate o incomplete e forse di malaffare in considerazione della massa di liquidità (450 milioni) che in questi anni è circolata attorno ai PVQ. Che poi il dott. Serra non goda buona stampa in Comune lo dimostra la stoccata dell’assessore ai trasporti Guido Improta che respingendo i rumors di un suo presunto avviso garanzia sulla metro C accusava il dirigente «che da capo del dipartimento dell’assessorato ai Trasporti non si è accorto di Parentopoli o dei filobus Breda Menarini acquistati prima di realizzare i binari…, Da questi pulpiti non si accettano lezioni, grazie» aveva concluso Improta liquidando il “super testimone”. Nient’affatto intimorito, a quanto pare, il Serra ha invece presentato recentemente una sua proposta di delibera consiliare che il segretario generale del Comune Liborio Judicello (del qual da mesi si ventila la dipartita senza che ciò avvenga) ha cortesemente rinviato al mittente.
CASSATA L’UNICA SERIA PROPOSTA DI DELIBERA – La suddetta proposta di delibera dopo aver riassunto lo stato dell’arte dei Pvq, avanzava una serie minuziosissima di misure per ricondurli alla loro originale funzione sociale e ricreativa, regolamentandone invece rigorosamente le strutture e le attività ad uso commerciale. Un elenco che metterebbe a rischio molti concessionari che sino ad oggi hanno utilizzato i fondi garantiti dal Comune a puro scopo di profitto. Ma la delibera proponeva anche alla Ragioneria Generale di ricontrattare il periodo di restituzione dei mutui e di rivedere i Piani Economici Finanziari prolungando la durata dei mutui fino ad un massimo di 30 anni. Misura che avrebbe potuto dare un po’ di ossigeno ai concessionari “virtuosi”. Per gli altri, quelli tutt’altro che “virtuosi”, la revoca della concessione punto e basta. Quindici pagine fitte di provvedimenti che finalmente avrebbero potuto mettere ordine o quantomeno rendere inoffensiva questa mina finanziaria. Senza sposare alcuna causa, restano allora incomprensibili le ragioni che hanno indotto a cassare l’unica proposta seria e articolata da almeno 10 anni a questa parte. Il “buco nero” incombe alla faccia della conclamata trasparenza della quale Marino e la sua amministrazione menano vanto.
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